
Attualità
Parco urbano, Bonasia: "abbiamo dato l'ok ma ci sono innumerevoli criticità"
Il consigliere d'opposizione ha espresso parere favorevole in Consiglio: "Ben altra cosa rispetto all'atto di indirizzo del 2014"
Modugno - sabato 28 dicembre 2019
16.51
Dal consigliere comunale d'opposizione Nicola Bonasia riceviamo e pubblichiamo l'intervento sulla realizzazione del parco urbano intitolato a Pinuccio Loiacono. Ecco il testo.
I"Spa ci regalerá un parco urbano nell'area della cava dell'ex più di cementeria. Poco più di che avremmo già dovuto ottenere, come nostro sacrosanto diritto, ai sensi del vigente quadro normativo e della recente L.R. n. 22/2019.
Al termine del ciclo di estrazione dell'ex cava Italcementi sarà attuato, come già previsto per legge, il piano di recupero e risanamento ambientale dell'area che, grazie all'accordo approvato ieri in consiglio comunale, prevederà anche qualche recinzione in legno, una viabilità interna ed un piccolo belvedere sul laghetto.
Saremo noi, invece, a dover provvedere alla realizzazione dell'impianto di illuminazione del parco, alla sua videosorveglianza, alla dotazione degli eventuali necessari servizi igienici e alle successive fasi di manutenzione e gestione.
Con quali strumenti?
Sulla fattibilità tecnico-economica dei successivi interventi non v'è menzione negli atti di cui alla delibera approvata ieri in consiglio comunale.
Persino circa la possibilità di illuminare il parco grazie all'adiacente realizzando impianto fotovoltaico, assunta come dato certo nella proposta di delibera, abbiamo assistito ad una secca smentita in aula da parte della proprietà. Non si può fare: troppo complesso e oneroso.
Di tutte le fasi che hanno portato all'elaborazione dell' accordo non ci è stata data alcuna notizia, se non, in modo sommario, durante la seduta di commissione consiliare convocata d'urgenza lo scorso 23 dicembre.
Eppure, nonostante tutte le criticità evidenziate, abbiamo fatto il nostro dovere, cogliendo con spirito di servizio l'opportunità che la società proprietaria ci ha concesso e dando mandato al Sindaco di siglare l'accordo preliminare. Poco importa se sia sommario, se contenga molti aspetti di incertezza e se, ancora una volta, noi consiglieri di minoranza non siamo stati dotati dei necessari strumenti di analisi e controllo.
Ieri abbiamo approvato, dunque, ben altra cosa rispetto alla procedura di cui all'atto di indirizzo del Gennaio 2014 tanto sbandierato come evento di portata storica dall'amministrazione Magrone. Dopo ben sei anni, solo durante la seduta di ieri, abbiamo avuto la conferma del fatto che tutto quanto allora promesso non sarebbe mai stato attuabile. Con quali fondi si sarebbero espletate le complesse e onerose procedure di espropriazione delle aree per pubblica utilità, e con quali risorse, poi, ci si sarebbe occupati della successiva progettazione e realizzazione del parco?
Grazie dunque a Italgen, senza la cui proposta concreta di cessione di parte dell'area ex Italcementi, oggi forse saremmo ancora a chiederci come e quando quell'area privata sarebbe mai potuta diventare un parco urbano.
I"Spa ci regalerá un parco urbano nell'area della cava dell'ex più di cementeria. Poco più di che avremmo già dovuto ottenere, come nostro sacrosanto diritto, ai sensi del vigente quadro normativo e della recente L.R. n. 22/2019.
Al termine del ciclo di estrazione dell'ex cava Italcementi sarà attuato, come già previsto per legge, il piano di recupero e risanamento ambientale dell'area che, grazie all'accordo approvato ieri in consiglio comunale, prevederà anche qualche recinzione in legno, una viabilità interna ed un piccolo belvedere sul laghetto.
Saremo noi, invece, a dover provvedere alla realizzazione dell'impianto di illuminazione del parco, alla sua videosorveglianza, alla dotazione degli eventuali necessari servizi igienici e alle successive fasi di manutenzione e gestione.
Con quali strumenti?
Sulla fattibilità tecnico-economica dei successivi interventi non v'è menzione negli atti di cui alla delibera approvata ieri in consiglio comunale.
Persino circa la possibilità di illuminare il parco grazie all'adiacente realizzando impianto fotovoltaico, assunta come dato certo nella proposta di delibera, abbiamo assistito ad una secca smentita in aula da parte della proprietà. Non si può fare: troppo complesso e oneroso.
Di tutte le fasi che hanno portato all'elaborazione dell' accordo non ci è stata data alcuna notizia, se non, in modo sommario, durante la seduta di commissione consiliare convocata d'urgenza lo scorso 23 dicembre.
Eppure, nonostante tutte le criticità evidenziate, abbiamo fatto il nostro dovere, cogliendo con spirito di servizio l'opportunità che la società proprietaria ci ha concesso e dando mandato al Sindaco di siglare l'accordo preliminare. Poco importa se sia sommario, se contenga molti aspetti di incertezza e se, ancora una volta, noi consiglieri di minoranza non siamo stati dotati dei necessari strumenti di analisi e controllo.
Ieri abbiamo approvato, dunque, ben altra cosa rispetto alla procedura di cui all'atto di indirizzo del Gennaio 2014 tanto sbandierato come evento di portata storica dall'amministrazione Magrone. Dopo ben sei anni, solo durante la seduta di ieri, abbiamo avuto la conferma del fatto che tutto quanto allora promesso non sarebbe mai stato attuabile. Con quali fondi si sarebbero espletate le complesse e onerose procedure di espropriazione delle aree per pubblica utilità, e con quali risorse, poi, ci si sarebbe occupati della successiva progettazione e realizzazione del parco?
Grazie dunque a Italgen, senza la cui proposta concreta di cessione di parte dell'area ex Italcementi, oggi forse saremmo ancora a chiederci come e quando quell'area privata sarebbe mai potuta diventare un parco urbano.