"Il Re nudo"
Ma.. l'erba

Facebook è nudo

Mark Zuckerberg corre ai ripari

Abbiamo fatto finta di non sapere. Lo abbiamo fatto cliccando su "acconsento". Lo abbiamo fatto inserendo i nostri dati personali: data e luogo di nascita, gusti musicali, gusti sessuali, religione, gusti musicali, film e libri preferiti. No! non era un modo per farci conoscere meglio ai nostri amici, ai nostri futuri amici. Abbiamo fatto finta di non saperlo ma lo sapevamo tutti. Abbiamo consegnato una fetta della nostra vita a chi era pronto a fare business delle nostre attitudini. Mia madre diceva: "nessuno fa niente per niente"! In questo caso la contropartita è un business, e il business si chiama "psicometria" e "profilazione", ovvero un tipo di pubblicità personalizzato, rivolto esattamente a te, alla tua vita personale, ai tuoi interessi.

Mentre un cartellone pubblicitario, uno spot radio o tv è rivolto a tutti, Facebook (e internet in genere) grazie ai nostri "mi piace" categorizza i nostri gusti. L'avrete già provato. Magari un giorno cercate su internet una vacanza in Grecia, o un cellulare nuovo, e il giorno dopo vi appaiono in automatico proposte di alberghi a Mikonos o le nuove offerte Samsung (Facebook e Google controllano il 56% delle inserzioni pubblicitarie). E non solo. Facebook grazie ai gruppi di appartenenza è in grado di captare orientamenti politici e sociali. Come resistere al desiderio di manipolarli? Di essere il nuovo Grande Fratello occulto che addirittura può manipolare il voto politico? È un rischio che si è sempre temuto, e che oggi, con lo scandalo di Cambridge Analityca è realtà.

Creare consenso attraverso la proposta "ad personam" di messaggi pubblicitari elettorali che possono influire sul voto, così come è avvenuto in America per l'elezione di Trump attraverso l'acquisizione dei dati personali degli utenti di Fb. Ma la realtà non è solo americana. A quanto pare queste tecniche sono state utilizzate anche in Italia per le elezioni del 2012 come affermato da Agcom. L'algoritmo ci studia e ci attacca.

Noi postiamo foto, dichiariamo la nostra posizione geografica, politica, la pizzeria che frequentiamo, la bibita che beviamo pensando di condividere semplicemente un'emozione, un momento con gli amici del social, ma il vero intento è acquisire dati e utilizzarli come un boomerang. Sono cose che abbiamo sempre letto, saputo, riletto, ma questo scandalo ha portato alla luce rischi estremamente pericolosi. Continueremo ad usare Facebook? Continueremo a consegnargli la nostra vita per paura di una solitudine "social"? Forse sì! Ma Facebook oramai è nudo!
  • Antonio Malerba
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