
Cronaca
Voto di scambio a Modugno, l'ex assessore Lopez ai domiciliari
L'imprenditore 40enne ha lasciato il carcere: decisiva la sua collaborazione con i pubblici ministeri dell'Antimafia
Modugno - venerdì 28 novembre 2025
19.36
Antonio Lopez ha lasciato il carcere ed è ora ai domiciliari, dopo aver iniziato a collaborare con gli inquirenti. L'ex assessore alle Attività Produttive del Comune di Modugno è stato arrestato lo scorso 5 novembre per voto di scambio politico-mafioso nell'ambito di una inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Lopez, secondo quanto ricostruito dalle indagini, è accusato di aver acquistato voti dal clan mafioso Parisi - tramite il fratello del boss Savino, Michele, deceduto alcuni mesi fa - durante le elezioni amministrative del 2020. Non solo: avrebbe anche fatto da tramite, secondo le risultanze investigative coordinate dal pubblico ministero antimafia Fabio Buquicchio, per il sostegno mafioso al sindaco Nicola Bonasia, eletto con alcune liste civiche al ballottaggio e indagato nell'inchiesta.
In cambio, per gli inquirenti, avrebbe accettato la promessa di un posto di lavoro a Cristian Stragapede, anche lui finito in manette. Dopo tre settimane di carcere e «dichiarazioni auto e etero accusatorie rese con dovizia di particolari con riferimento alla condotta contestata», l'ex assessore, assistito dagli avvocati Antonio La Scala e Cristian Di Giusto, ha chiesto e ottenuto l'attenuazione della misura, passando ai domiciliari con il braccialetto elettronico in una abitazione di Toritto.
La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giuseppe Montemurro, alla luce delle sue dimissioni e «tenuto conto, da un lato, dell'esaurimento del pericolo di inquinamento probatorio rispetto al reato di cui l'uomo risponde e, dall'altro, del ridimensionamento del pericolo di recidiva».
Lopez, secondo quanto ricostruito dalle indagini, è accusato di aver acquistato voti dal clan mafioso Parisi - tramite il fratello del boss Savino, Michele, deceduto alcuni mesi fa - durante le elezioni amministrative del 2020. Non solo: avrebbe anche fatto da tramite, secondo le risultanze investigative coordinate dal pubblico ministero antimafia Fabio Buquicchio, per il sostegno mafioso al sindaco Nicola Bonasia, eletto con alcune liste civiche al ballottaggio e indagato nell'inchiesta.
In cambio, per gli inquirenti, avrebbe accettato la promessa di un posto di lavoro a Cristian Stragapede, anche lui finito in manette. Dopo tre settimane di carcere e «dichiarazioni auto e etero accusatorie rese con dovizia di particolari con riferimento alla condotta contestata», l'ex assessore, assistito dagli avvocati Antonio La Scala e Cristian Di Giusto, ha chiesto e ottenuto l'attenuazione della misura, passando ai domiciliari con il braccialetto elettronico in una abitazione di Toritto.
La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giuseppe Montemurro, alla luce delle sue dimissioni e «tenuto conto, da un lato, dell'esaurimento del pericolo di inquinamento probatorio rispetto al reato di cui l'uomo risponde e, dall'altro, del ridimensionamento del pericolo di recidiva».

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