Sara e sua madre Anna
Sara e sua madre Anna
Cronaca

Sara morì sulla SS 96, la madre Anna: "Rabbia perché non c'è pentimento"

Nei giorni scorsi nuova udienza dibattimentale. Le parole della mamma di una delle vittime rivolte all'imputato

Si è svolta nei giorni scorsi una nuova udienza dibattimentale del processo per la strage di giovani sulla Statale 96, a Bari, in cui persero la vita Sara Grimaldi, 19 anni, Elisa Buonsante, 25, e Michele Traetta, 21, e rimase gravemente ferito un quarto ragazzo.

Durante l'udienza sono stati escussi il consulente tecnico della Procura e lo stesso imputato, Gaetano Caputi, accusato di omicidio stradale pluriaggravato. Non è invece comparso il consulente tecnico di parte dell'imputato, motivo per cui il giudice ha rinviato il procedimento al 22 gennaio 2026 per la sua escussione e per la discussione conclusiva. Un nuovo passo, dunque, nel lungo percorso verso la verità e la giustizia che i familiari delle vittime stanno affrontando da quasi tre anni.

Lo scorso 20 maggio 2024, in Tribunale a Bari, si era tenuta l'udienza preliminare fissata dal Gup, dott.ssa Rossana De Cristofaro, riscontrando la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del trentenne spiccata dal Pubblico Ministero titolare del relativo procedimento penale, il dott. Manfredi Dini Ciacci. Il suo legale aveva chiesto per il suo assistito il rito abbreviato condizionato all'effettuazione di una perizia sulla dinamica del sinistro, istanza però rigettata dal giudice, che ha ritenuto evidentemente già pienamente chiara ed esaustiva la ricostruzione dell'incidente effettuata dalla Procura nel corso delle indagini preliminari. Respinta anche la richiesta di non luogo a procedere del difensore di Caputi.

Com'è tristemente noto, l'ennesima strage di giovani sulle strade italiane si era consumata l'11 dicembre 2022 sulla Statale 96 nel territorio comunale di Modugno, alle porte di Bari. Al termine delle indagini preliminari il Pm dott. Manfredi Dini Ciacci aveva chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale - con le aggravanti di aver causato il decesso di più persone e di averlo commesso con pesanti violazioni delle norme sulla circolazione stradale, nello specifico l'eccesso di velocità, più del doppio di quella consentita -, nonché per il reato di lesioni personali stradali gravissime, con la medesima aggravante, avendo cagionato anche il ferimento di un quarto giovane, per il conducente della vettura dove erano trasportate le vittime, ritenendolo l'unico responsabile dell'immane tragedia. E riscontrando la richiesta, il Gup del tribunale di Bari, dott.ssa Rossana De Cristofaro, aveva appunto fissato per lunedì 20 maggio 2024 l'udienza preliminare.

"Procedendo sulla corsia di sorpasso al Km 116 della SS 96 con direzione di marcia Altamura alla giuda di una Mini One, dopo che le auto che lo precedevano sulla medesima corsia di sorpasso stavano rallentando al fine di consentire l'immissione in sicurezza nella carreggiata di un pullman che proveniva da una stazione di servizio, per colpa consistita in negligenza, imprudenza nonché in violazione delle norme di cui all'art. 142 del CdS, avendo proceduto ad una velocità di molto superiore al massimo consentito, ovvero a ben 120 chilometri all'ora su una strada il cui limite massimo era fissato in 50 km/h, nonché dell'art. 148 Cds, che vieta di effettuare il sorpasso da destra, decideva improvvisamente di superare da destra le vetture che lo precedevano e che si stavano fermando e, a seguito di tale manovra e della velocità eccessiva, trovando la corsia ostruita dal pullman, anziché arrestare la marcia decideva di effettuare un ulteriore sorpasso e così facendo finiva per schiantarsi contro lo stesso autobus" aveva scritto nella sua richiesta di processo il Sostituto Procuratore che inizialmente, come da prassi, aveva iscritto nel registro degli indagati, oltre a Caputi, anche il conducente del bus, salvo poi chiedere e ottenere l'archiviazione del procedimento a suo carico non essendo emerse sue responsabilità nella causazione del sinistro.

Il resto, purtroppo, è tristemente noto. A seguito della collisione la Mini One è stata sbalzata contro un muro di cemento armato posto a circa trenta metri di distanza con conseguenze devastanti: a seguito del tremendo impatto Michele Traetta, che si trovava sul sedile posteriore destro, è deceduto sul colpo, Elisa Buonsante, di Mola, che era seduta sul sedile del passeggero anteriore, e Sara Grimaldi, di Palo del Colle, che si trovava sul sedile posteriore centrale, sono spirate subito dopo il loro trasporto all'ospedale. I familiari delle due giovani, per essere supportati e ottenere giustizia, attraverso l'Area Manager per la Puglia e responsabile della sede di Bari, Sabino De Benedictis, si sono affidati e sono stati assistiti e seguiti in tutto il lungo e doloroso iter da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nelle valutazioni delle responsabilità civili e penali, con la collaborazione dell'avv. Fabio Ferrara, del Foro di Bari. E Studio3A, tra le altre cose, ha messo a disposizione anche il noto ingegnere forense Pietro Pallotti per la ricostruzione dell'incidente.

Grazie a questo supporto tecnico, la famiglia è già stata integralmente risarcita, ma ora attende con fiducia che anche la giustizia penale riconosca definitivamente le gravi responsabilità dell'imputato e renda piena giustizia ai propri cari.

Anna Mideja, madre di Sara, ha commentato così, all'esito dell'udienza dibattimentale: "Ascoltare l'imputato all'udienza mi ha suscitato varie emozioni, essenzialmente tristezza e rabbia. Tristezza perché ho rivissuto gli ultimi attimi di vita di mia figlia Sara, rabbia perché ho preso maggiore consapevolezza che tre vite, quello di Sara, Michele ed Elisa, sono state stroncate, per sempre, per superficialità, scelleratezza. Rabbia perché ho avuto conferma che non c'è pentimento, un minimo di rimorso nonostante, a causa del suo comportamento, delle sue scelte, ci siano tre morti e tre famiglie segnate per sempre dal dolore, con tutte le conseguenze che ne seguono nella quotidianità. Non solo per i genitori, ma soprattutto per i fratelli e sorelle di Sara, Michele ed Elisa, alcuni ancora minorenni e fragili. Tristezza quando ho incrociato gli sguardi dei miei figli, presenti in quell'aula di tribunale, e ho letto la mia stessa rabbia per chi ha ucciso la loro amata sorella e i suoi amici. Saremmo potuti restare a casa, in attesa di notizie attraverso il nostro legale, ma i miei figli ed io siamo stati sempre uniti e complici e continueremo ad esserlo, volendo conoscere tutto, ascoltare, comprendere del perché Sara da tre anni, ormai, non è più con noi. Ci saremo sempre in quell'aula di tribunale fino a quando verrà pronunciata la sentenza e fatta giustizia!".
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