Trullo abusivo? Per il Tar aveva ragione il dirigente (che ora non c'è più)

La questione ha risvolti anche a livello penale

martedì 4 giugno 2019 19.30
Per i giudici della terza sezione del Tar il responsabile del Servizio 4 (Assetto del territorio) aveva ragione: il trullo di proprietà di un familiare del sindaco Nicola Magrone era da abbattere. Tra marzo 2005 e aprile 2011 si è ricostruito, seppur parzialmente, l'insediamento rupestre: ristrutturazione della corte di 26 mq, del trullo piccolo di poco più di 5 metri e della pergola di 10,50 mq. A conclusione dei lavori, nel 2011, sì è proceduto a presentare istanza di Scia in sanatoria.
Una vicenda complessa che avrebbe prodotto riflessi anche in sede penale. E riflessi mediatici nazionali con un'interrogazione parlamentare dell'onorevole Dario Ginefra (PD).
Il Comune avrebbe dichiarato l'improcedibilita' della Scia in sanatoria. Visto che i lavori erano già stati fatti. La storia del trullo è la stessa del Bubbone del quartiere Cecilia. Per il quale era stata presentata domanda di sanatoria rigettata dagli stessi uffici che si sono occupati del trullo.
Al momento il trullo resta in piedi, lì così com'è: ci potrebbe essere il ricorso al Consiglio di Stato. E se così fosse, potrebbero ravvisarsi gli estremi di incompatibilità di un consigliere comunale tra i banchi della maggioranza.