Giorno della memoria, ripartire dalla Costituzione

Italia Giusta fa il punto e un'analisi politica

venerdì 25 gennaio 2019 14.57
L'assemblea del movimento Italia Giusta ha trattato i temi legati al Giorno della Memoria e al Decreto Sicurezza.
"Ricordare ha un valore enorme – ha detto il Segretario del Movimento Pasquale De Santis - non tanto perché sia importante celebrare il Giorno della Memoria ma perché è importante soffermarsi sui fatti tragici che conferiscono significato al Giorno della Memoria (che la legge ha istituito nella giornata del 27 gennaio). E soffermandoci, appunto, comprendiamo come quei fatti siano potuti accadere, scopriamo, per esempio, come le deportazioni non siano affatto finite con la fine della seconda guerra mondiale. Se poi guardiamo all'oggi e osserviamo quanto sia facile far passare una persona di nazionalità diversa dalla nostra come l'elemento che mette a rischio la nostra sicurezza, rileviamo tutta la pericolosità di certi messaggi politici. Bisogna andar cauti, molto cauti nell'esprimere questi concetti. Scivolare nel buio degli anni che stiamo ricordando è davvero un attimo."
"Segnali anche piccoli, soprattutto loro, possono annunciare fatti terribili" ha detto Nicola Magrone, Sindaco della Città di Modugno, intervenendo in assemblea. "E comunque, il segnale non piccolo di toccare la Costituzione stravolgendola può comportare la consegna del Paese nelle mani di figure capaci di farlo regredire all'epoca in cui poterono maturare le leggi razziali. Guardiamo al Decreto Sicurezza, per esempio, e a quanto sia sbagliato proprio nella sua ragion d'essere. I decreti legge sono infatti adottati dal Governo in casi straordinari di necessità e urgenza. Nessuno finora ha fatto notare che la Costituzione chiede all'esecutivo di individuare puntualmente i casi che necessitano di una decretazione d'urgenza. Lo facciamo notare noi: il Decreto Sicurezza non soddisfa i requisiti richiesti dalla Costituzione in quanto esso disciplina una generalità di temi e viene utilizzato non per provvedere a situazioni particolari ma per imporre una visione del mondo su quella pluralità di temi che vi sono contenuti. Può sembrare paradossale ma il Decreto Sicurezza non è un decreto legge e come tale ferisce profondamente la Costituzione. Segnalarlo, denunciare questo è una battaglia giusta in sé, che va al di là di ogni calcolo sull'opportunità politica di dire o tacere su certe cose, e che chiunque, se solo volesse, può condurre."