Om Carrelli, la minoranza batte i pugni. Le carte non sarebbero arrivate in tempo?

Vitucci: ' Un consiglio di sordi, ciechi e muti'

venerdì 19 ottobre 2018 17.52
La minoranza tuona contro il modo in cui è stato convocato il Consiglio comunale. I consiglieri di minoranza hanno mostrato il loro disappunto per una convocazione che, secondo loro, è stata inutile e volta a costringere il Consiglio ad accettare condizioni capestro. Particolarmente contrariata il consigliere Simona Vitucci che si scusa con gli ospiti della Selectika per l'atteggiamento di contrarietà e intemperanza della minoranza. "Un consiglio tra ciechi, Muti e sordi - afferma la consigliera di minoranza Simona Vitucci - come al solito non siamo stati messi a parte di nulla. Siamo stati contattati con un appuntamento al buio. Non sappiamo il contenuto dell'atto di indirizzo che dobbiamo approvare e dobbiamo ancora capire su che cosa dobbiamo votare". Della stessa opinione anche il consigliere Raffaele Barile. "Prima di decidere sarebbe il caso di guardare le carte - propone il consigliere di minoranza - non si può decidere sulla base di ciò che vorrebbe la maggioranza". A ricapitolare la posizione della minoranza il consigliere Fabrizio Cramarossa che si domanda come mai il sindaco abbia avuto necessità di portare in Consiglio un atto di indirizzo quando avrebbe avuto l'autorità di decidere autonomamente. "Ci viene chiesto di firmare un atto di indirizzo con delle condizioni capestro – commenta Cramarossa – cosa succederebbe se ci fossero delle migliorie o modifiche da apporre all'atto? Si convocherebbe nuovamente il consiglio con ulteriore perdita di tempo ai danni dei lavoratori. Impiegare 128 operai e risolvere per la gran parte delle loro famiglie il problema dell'incertezza in cui si trovano da anni è meglio che lasciare tutto com'è. Questa è l'unica proposta concreta c'è stata per risolvere definitivamente la questione. È chiaro che il Comune debba porre delle condizioni e richiedere rassicurazioni, ma dobbiamo pensare prima di tutto agli operai". Tutti i membri della minoranza hanno posto ai voti un atto di indirizzo, alternativo a quello portato dalla maggioranza, che pur mantenendo la necessità di una valutazione di impatto ambientale e di rassicurazioni sul destino del capannone in caso di fallimento, si mostrava tuttavia più flessibile sul collocamento degli esuberi, accettando anche la ridistribuzione degli operai in ambiti diversi dalla Selectika.