L'accordo tra Lopez e Bonasia: «Un uomo dei Parisi assunto in cambio dei voti»
L'assessore avrebbe «fatto da tramite» per procacciare voti, in cambio della promessa, poi mantenuta, di un posto di lavoro
giovedì 6 novembre 2025
9.52
Un candidato (poi eletto) alle elezioni comunali di Modugno e quindi nominato assessore alle Attività Produttive, Antonio Lopez, 40 anni, avrebbe chiesto aiuto ad esponenti di spicco del clan Parisi di Bari. Voti e favori che hanno inquinato le ultime elezioni a Modugno gettando un'ombra sull'attuale sindaco Nicola Bonasia.
Rapporti che avrebbero potuto avvelenare anche quelle di Bari dello scorso anno, se a febbraio non fossero arrivati gli arresti nell'ambito dell'operazione "Codice interno". Il personaggio centrale dell'inchiesta dell'Antimafia del capoluogo è Lopez, giovane imprenditore nel settore termoidraulico che ammicca alla malavita locale. È stato eletto nel 2020 a Modugno nella civica "Modugno per le imprese e il commercio" con 195 voti e infine nominato assessore alle Attività Produttive.
Per scalare la politica locale, secondo l'accusa, Lopez, che si dichiarava esponente della Democrazia Cristiana ed è infine transitato in Forza Italia, da cui è stato inserito nella lista per le elezioni regionali del 23 e del 24 novembre avrebbe acquistato voti da esponenti dei Parisi (con in testa Michele Parisi detto «Gelatina», fratello di Savino recentemente scomparso) in cambio di denaro (25 euro a preferenza) e anche della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso.
In occasione del turno di ballottaggio avrebbe «fatto da tramite» per procacciare voti al candidato sindaco Bonasia, in cambio della promessa, poi mantenuta, di garantire l'assunzione di un affiliato al clan, il pregiudicato Christian Stragapede. L'uomo, alias «U capret», un piccolo pusher affiliato a Radames Parisi - anche lui arrestato ieri mattina all'alba dalla Guardia di Finanza di Bari -, aveva chiesto un posto di lavoro e che si era impegnato personalmente a procurare le preferenze.
Bonasia è indagato proprio per questo, perché la promessa - dicono le carte - è stata mantenuta (l'uomo è stato assunto da una ditta appaltatrice del Comune, almeno fino a quando non sono saltati fuori i suoi problemi penali) seppur dopo le minacce del pregiudicato al sindaco: per chi indaga il primo cittadino sapeva «della caratura criminale di Stragapede». Da Stragapede sarebbero arrivati - dice lui - 150 voti per Lopez (in cambio di 2.000 euro) e altrettanti pure per Bonasia.
Altre cinque persone (tra cui Lopez) sono poi indagate per un «summit» che si sarebbe svolto nella casa di Michele Parisi per accordarsi in vista delle Europee 2024. L'accordo avrebbe visto l'impegno di trovare voti per un candidato del centrodestra campano poi eletto in cambio di denaro ai membri del clan mafioso.
Rapporti che avrebbero potuto avvelenare anche quelle di Bari dello scorso anno, se a febbraio non fossero arrivati gli arresti nell'ambito dell'operazione "Codice interno". Il personaggio centrale dell'inchiesta dell'Antimafia del capoluogo è Lopez, giovane imprenditore nel settore termoidraulico che ammicca alla malavita locale. È stato eletto nel 2020 a Modugno nella civica "Modugno per le imprese e il commercio" con 195 voti e infine nominato assessore alle Attività Produttive.
Per scalare la politica locale, secondo l'accusa, Lopez, che si dichiarava esponente della Democrazia Cristiana ed è infine transitato in Forza Italia, da cui è stato inserito nella lista per le elezioni regionali del 23 e del 24 novembre avrebbe acquistato voti da esponenti dei Parisi (con in testa Michele Parisi detto «Gelatina», fratello di Savino recentemente scomparso) in cambio di denaro (25 euro a preferenza) e anche della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso.
In occasione del turno di ballottaggio avrebbe «fatto da tramite» per procacciare voti al candidato sindaco Bonasia, in cambio della promessa, poi mantenuta, di garantire l'assunzione di un affiliato al clan, il pregiudicato Christian Stragapede. L'uomo, alias «U capret», un piccolo pusher affiliato a Radames Parisi - anche lui arrestato ieri mattina all'alba dalla Guardia di Finanza di Bari -, aveva chiesto un posto di lavoro e che si era impegnato personalmente a procurare le preferenze.
Bonasia è indagato proprio per questo, perché la promessa - dicono le carte - è stata mantenuta (l'uomo è stato assunto da una ditta appaltatrice del Comune, almeno fino a quando non sono saltati fuori i suoi problemi penali) seppur dopo le minacce del pregiudicato al sindaco: per chi indaga il primo cittadino sapeva «della caratura criminale di Stragapede». Da Stragapede sarebbero arrivati - dice lui - 150 voti per Lopez (in cambio di 2.000 euro) e altrettanti pure per Bonasia.
Altre cinque persone (tra cui Lopez) sono poi indagate per un «summit» che si sarebbe svolto nella casa di Michele Parisi per accordarsi in vista delle Europee 2024. L'accordo avrebbe visto l'impegno di trovare voti per un candidato del centrodestra campano poi eletto in cambio di denaro ai membri del clan mafioso.