53enne trovato morto a Bitonto, i familiari chiedono giustizia

Aperto un profilo Facebook che ha raccolto centinaia di adesioni. La famiglia alle istituzioni: «Lottate per lui, per noi»

martedì 2 settembre 2025 8.47
A cura di La Redazione
«Per dar voce all'anima di mio padre, noi come figli, come famiglia, chiediamo giustizia e verità. Dovete aiutarci tutti». Con queste parole Ilaria, figlia di Arcangelo Barbone, ha annunciato la creazione del profilo Facebook "Giustizia per Arcangelo", dedicata al 53enne trovato morto il 27 agosto scorso in contrada Cagnano.

Al profilo, che ha raccolto centinaia di adesioni, la donna ha affidato un appello diretto al sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci: «Vi parlo come figlia e come cittadina, vogliamo sentire la vostra voce riguardo ciò che è accaduto a mio padre. Ci serve la vostra voce come voce del popolo. Vogliamo giustizia, chiediamo verità. Il nostro dolore è immenso. È stato un padre per noi figli, un fratello, un compagno e un amico. Lui non tornerà in vita, ma vi prego lottate per lui, per noi».

Quella voce è arrivata durante il funerale. Ricci ha voluto essere presente: «In questi momenti mi sento partecipe del dolore. Arcangelo era una persona semplice, umile, laboriosa, legata alla famiglia. Una persona su cui si poteva contare per l'amicizia e la bontà». Rivolgendosi ai figli Gaetano e Ilaria, Ricci ha aggiunto: «So che non è un momento facile, ma vi invito ad andare avanti con la forza del ricordo di vostro padre. La comunità vi sarà sempre accanto, non vi lascerà mai soli».

Intanto le indagini vanno avanti. Il corpo di Barbone era stato trovato davanti a una villa-azienda di vendita all'ingrosso di frutta dove lavorava, riverso accanto alla sua bicicletta elettrica. Sul capo aveva una profonda ferita nella zona fronto-parietale, un'altra più piccola sul lato sinistro e una escoriazione sul volto. L'autopsia, eseguita dalla dottoressa Maricla Marrone, ha confermato la gravità delle lesioni e la morte causata da un trauma cranico: l'esito sarà depositato entro 90 giorni.

Al momento l'inchiesta procede per omicidio a carico di ignoti, ma non si esclude che il fatto possa essere rubricato come omicidio colposo, maturato forse in un contesto accidentale sul luogo di lavoro o altrove, con successivo spostamento del corpo. Gli inquirenti stanno valutando anche l'ipotesi di ulteriori reati, come simulazione di reato e frode processuale, per la possibile artificiosa alterazione dello stato dei luoghi in cui il corpo è stato trovato e di dov'è avvenuto l'incidente.

I proprietari dell'azienda hanno riferito di aver spostato il corpo sul ciglio della strada, fasciandogli la ferita con una maglietta e ripulendo alcune tracce di sangue per evitare che fosse visto dai bambini. Gli inquirenti, diretti dal pubblico ministero Baldo Pisani, hanno già ascoltato operai, familiari e tutti i residenti della zona.