Attualità

'Una rete' per evitare lo spreco di cibo

Iniziativa dell'Azione Cattolica Modugnese

C'e' un verbo che spaventa: sprecare. Ecco perche': in Italia ogni anno si gettano nell'umido 145 chili di cibo. Sempre ogni anno si spreca quantita' di cibo che finisce in pattumiera utile a sfamare 800milioni di persone. Se n'e' discusso in un incontro organizzato dall'Azione Cattolica nella parrocchia di Sant'Agostino. Un fenomeno che non ha solo un grande impatto sociale, ma anche ambientale, con l'emissione annuale, solo in Italia, di 24,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica e lo spreco di 1,2 miliardi di metri cubi d'acqua. A tracciare un percorso alternativo Avanzi Popolo 2.0: nel corso della serata ha spiegato che sarebbe necessario promuovere un nuovo approccio rispetto al tema del cibo e dell'alimentazione, focalizzando l'attenzione sulla sostenibilità, sulla tutela delle risorse ambientali, sulla lotta alle diseguaglianze, sul contrasto al disagio sociale e sull'adozione di stili di vita compatibili con il nostro ecosistema.
C'e' di piu': bisogna fare sistema, una rete tra le Caritas cittadine affinche' nessuno resti 'scoperto'. Sulla questione e' intervenuta suor Maria Imperatore, braccio destro di don Vito Piccinonna, responsabile Caritas diocesana: 'la comunita' e' la parola chiave. Un punto di partenza'. Solo cosi' si potranno aiutare le famiglie in difficolta'. 'Una comunita' che deve saper ascoltare, essere unita'. A Modugno, ecco il paradosso, le sei parrocchie non fanno squadra se non in rari casi. Fare sistema, fare rete significa anche collaborare con l'amministrazione: 'e' soltanto un primo incontro - ha sottolineato l'assessore comunale ai Servizi Sociali Rosa Scardigno - Le comunita' possono aiutarci a capire quali sono i reali bisogni'. Modugno si muove gia' verso la lotta allo spreco: 'Ci avviamo - ha aggiunto l'assessore all'Ambiente Tina Luciano- a promuovere la tariffazione puntuale'.
Oggi non si fa che parlare di cibo, dai vari canali televisivi, ai giornali, al web, con una ostentazione alimentare. Occorre un modello diverso. Un modello che è anche una legge, la 166/2016: cerca di mettere al passo l'Italia con prassi che in Germania o Francia (tanto per fare due esempi) sono già realtà da tempo, sostenendo le scelte di tante imprese che producono o commercializzano prodotti alimentari e che non vogliono buttare alimenti che sono ancora buoni da mangiare. Oltralpe esiste una vera e propria economia del riuso, da noi è ancora a livello embrionale e comunque ancora di solo volontariato.
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